07 dicembre 2010
05 dicembre 2010
Netiquette
= = = = = = = = = = = = = = AVVISO PRIVACY = = = = = = = = = = = = = = =
Il contenuto della presente e-mail ed i suoi allegati, sono diretti esclusivamente al destinatario e devono ritenersi riservati, con divieto di diffusione o di uso non conforme alle finalita' per le quali la presente e-mail e' stata inviata.
Pertanto, ne e' vietata la diffusione e la comunicazione da parte di soggetti diversi dal destinatario, ai sensi degli artt. 616 e ss. c.p. e D.lgs n. 196/03 Codice Privacy.
Se la presente e-mail ed i suoi allegati sono stati ricevuti per errore, siete pregati di distruggere quanto ricevuto e di informare il mittente al seguente recapito: xxxi@yyyy..it
Pertanto, ne e' vietata la diffusione e la comunicazione da parte di soggetti diversi dal destinatario, ai sensi degli artt. 616 e ss. c.p. e D.lgs n. 196/03 Codice Privacy.
Se la presente e-mail ed i suoi allegati sono stati ricevuti per errore, siete pregati di distruggere quanto ricevuto e di informare il mittente al seguente recapito: xxxi@yyyy..it
Mario Rossi
Responsabile del Servizio XXXX dell'Istituto YYYY
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Responsabile del Servizio XXXX dell'Istituto YYYY
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Da qualche tempo, capita di ricevere delle e-mail private e personali come un semplice invito a partecipare ad una festa; una rimpatriata fra vecchi colleghi; semplici auguri di buon compleanno ecc. che si concludono con una coda simile a quella che ho riportato fedelmente qui sopra. Viene da chiedersi perché si sia scelto di chiudere con il pre-masticato e mal scritto pistolotto sulla privacy, anziché con un saluto cordiale del tipo: "Un caro saluto da Mario" o un più affettuoso: Ti abbraccio, Maria"
Una risposta benevola è: chi ha mandato il messaggio ha "dimenticato" di cancellare la coda in burocratese che usa nei messaggi formali fra istituzioni, ma è una giustificazione che scricchiola, visto che per cancellare l' "avviso" sarebbe bastato un attimo, e allora?
Non ho una risposta convincente. Non so se si tratti di sciatteria, ignoranza, cattivo gusto, ostentazione o altro, ma non posso che dispiacermi di questo ulteriore degrado della posta elettronica che mi fa rimpiangere il tempo in cui era uno scomodo strumento di élite, fra i pochi che avevano un indirizzo elettronico e lo sapevano usare nel rispetto di una netiquette sobria, che bandiva gli attachment come intrusi sospetti e sgraditi e lo spam non esisteva ancora.
Qui sotto, accludo la traduzione da spagnolo a italiano della tabella con le prescrizioni di netiquette che vedi nella figura:
Se invii messaggi in formato HTML, una bacchettata.
Se rispondi in Top-posting, una bacchettata.
Se invii posta indesiderata, una bacchettata.
Se invii una Off Topic senza "OT", una bacchettata.
Se scrivi a lettere maiuscole, una bacchettata.
Se scrivi a H4X0R, una bacchettata. (?)
Se scrivi con 'k', una bacchettata.
Se intervieni fuori luogo, una bacchettata.
Se il soggetto non è descrittivo, una bacchettata.
Se invii allegati, una bacchettata.
Se scrivi più di 80 caratteri per riga, una bacchettata.
Se utilizzi un enconding raro, una bacchettata.
E se chiedi questo elenco, una bacchettata.
Se rispondi in Top-posting, una bacchettata.
Se invii posta indesiderata, una bacchettata.
Se invii una Off Topic senza "OT", una bacchettata.
Se scrivi a lettere maiuscole, una bacchettata.
Se scrivi a H4X0R, una bacchettata. (?)
Se scrivi con 'k', una bacchettata.
Se intervieni fuori luogo, una bacchettata.
Se il soggetto non è descrittivo, una bacchettata.
Se invii allegati, una bacchettata.
Se scrivi più di 80 caratteri per riga, una bacchettata.
Se utilizzi un enconding raro, una bacchettata.
E se chiedi questo elenco, una bacchettata.
30 novembre 2010
26 novembre 2010
20 novembre 2010
Soli come cani
Non avevano alcuna voce in capitolo. Era come se parlassero un’altra lingua. Tirare a indovinare li aveva lasciati a bocca asciutta. Non avevano più frecce al loro arco, benché fossero cacciatori nati e sputati. Sul far della sera sapevano di non potere contare troppo vista la loro umile origine. Non avevano sufficiente larghezza di vedute per i tempi che corrono. Si lasciavano andare come se ogni istante fosse l’ultimo della loro vita. Avevano fatto del minimalismo una bandiera ed erano strutturalmente inadeguati per fronteggiare un mondo in continua evoluzione che non lascia più spazio ai deboli. Guardavano al futuro, ma non ne scorgevano l’orizzonte. Neppure la tecnica del mordi e fuggi, praticata con insistenza e con un vero talento naturale, aveva dato i frutti sperati. Cacciati perfino dalle chiese si erano ridotti a vivere in un canile. Che razza di animali! Erano soli come cani. Di tanto in tanto abbaiavano con toccante naturalezza, questo sì.

Foto scattata a Cortona il 26 maggio 2001
19 novembre 2010
Caratteri spigolosi
Caratteri ...spigolosi

Foto scattata il 26 settembre 2010 durante "Artelibro" nel palazzo di Re Enzo a Bologna
16 novembre 2010
Comignoli parigini
... nei cieli bigi guardo fumar dai mille comignoli Parigi

Foto scattata il 5 novembre 2010 alle 18 e 10 dalla finestra del bagno di casa a Paris
14 novembre 2010
Défenseur du temps
Da anni, nel brevissimo tragitto per tornare a casa dalla piazza del Beaubourg, per evitare in parte il rumore del traffico di rue Beauborg, percorriamo una scorciatoia che attraversa il Passage de l'Horloge. Inevitabile dare un'occhiata al grosso manufatto metallico, collocato a tre metri d'altezza, che dà il nome al passage.
Si tratta di un orolgio meccanico animato che, allo scoccare delle ore, mette in moto le allarmanti figure dorate che lo compongono, ma non funziona mai: problemi di manutenzione? La novità è che, di recente, sotto l'enorme complesso bronzeo, anchilosato e immobile da anni, hanno piazzato un esplicito cartello "en panne" che risparmia la delusione agli speranzosi passanti che si fermavano a becco in su, in attesa di vedere il mostro mettersi in movimento allo scoccare dell'ora.
Spero che, prima o poi, tolgano il cartello e rimettano in funzione l'orologio: chissà cosa combinano "i difensori del tempo", quando potranno finalmente scatenarsi come facevano in gioventù?
Si tratta di un orolgio meccanico animato che, allo scoccare delle ore, mette in moto le allarmanti figure dorate che lo compongono, ma non funziona mai: problemi di manutenzione? La novità è che, di recente, sotto l'enorme complesso bronzeo, anchilosato e immobile da anni, hanno piazzato un esplicito cartello "en panne" che risparmia la delusione agli speranzosi passanti che si fermavano a becco in su, in attesa di vedere il mostro mettersi in movimento allo scoccare dell'ora.
Spero che, prima o poi, tolgano il cartello e rimettano in funzione l'orologio: chissà cosa combinano "i difensori del tempo", quando potranno finalmente scatenarsi come facevano in gioventù?
Foto scattata il 1 novembre 2010 nel Passage de l'Horloge a Paris
L'automa "Défenseur du temps" (1979) è di Jacques Monestier
L'automa "Défenseur du temps" (1979) è di Jacques Monestier
28 ottobre 2010
19 ottobre 2010
18 ottobre 2010
19 luglio 2010
09 luglio 2010
acca due o
Premesso che io, quando sono in casa, bevo l'acqua del rubinetto e la trovo buona, al ristorante mi adatto alla minerale. L'altro giorno, uscendo appunto dal ristorante, ero reduce da una bottiglia di acqua imbottigliata frizzante, in mancanza di una brocca d'acqua come si usava un tempo, quando mi sono imbattuto in una vetrina di preziose acque minerali: tutte e solo in bottigliette di fogge strane, piuttosto piccole e dalle origini esotiche come le isole Fiji o più domestiche come le isole britanniche o l'America del Nord.
Non si trattava di "normali" bottiglie d'acqua minerale, seppure forestiere, ma di una specie di chanel-numero-cinque da bere in un bicchierino d'argento facendo schioccare il palato e prodigandosi immediatamente in iperboliche lodi, suppongo. Dico, "soppongo" perché finora non mi è mai capitato di vedere dal vivo la scena di uno di questi sommelier d'acqua dolce mentre si esibisce nell'assaggio di un sorso d'acqua delle isole Fiji, fra le poche nazioni che si fregiavano, fra l'altro, di celebri cannibali, fino all'altro ieri.
Non che io abbia una stima molto maggiore dei più diffusi sommelier di vino. Su questo punto trovo impagabile la parodia che ne ha fatto Antonio Abanese:
Quando a scuola studiavamo le proprietà dell'acqua, ci dicevano che è l'elemento basilare per l'esistenza della vita, consiste di molecole composte di Idrogeno e Ossigeno (H2O, appunto) e si presenta come un liquido incolore, insapore e inodore e questo è quello che mi aspetto dall'acqua che bevo: che non sappia di niente, sia bella limpida e non emani strani odori come quella al cloro delle piscine o la famigerata acqua con puzza di acido fenico del dopo guerra. Ricordo che da bambino, appena prima di pranzo, era diffuso il rito di acidulare e frizzantare una bottiglia d'acqua non propriamente inodore con le due bustine d'Idrolitina o, seguendo una diversa scuola di pensiero, con la mono-bustina Idriz. Io non ero un patito di questo costume, ma da bambini si mangia e si beve quello che ti danno i grandi. Tutti consentivano, però, che avere l'acqua corrente in casa che sgorgava inesauribile dal rubinetto era una grande comodità che risparmiava i viaggi con il secchio fino alla fontana o il più comodo armeggiare con fune e carrucola per estrarla dal pozzo di casa.
Quest'ultima situazione è ancora molto diffusa in vaste aree del mondo, per non parlare di situazioni ancora peggiori, e, sebbene i pittoreschi ottoni dei venditori d'acqua turchi siano ormai scomparsi, rimpiazzati da più anonime e pratiche taniche di plastica, fra gli assetati che bevono l'acqua torbida di pozzi simili a pozzanghere e gli acquirenti delle preziose bottigliette la forbice sembra essersi allargata, in barba alla cosiddetta globalizzazione. Che sia un segno di progresso?



Quest'ultima situazione è ancora molto diffusa in vaste aree del mondo, per non parlare di situazioni ancora peggiori, e, sebbene i pittoreschi ottoni dei venditori d'acqua turchi siano ormai scomparsi, rimpiazzati da più anonime e pratiche taniche di plastica, fra gli assetati che bevono l'acqua torbida di pozzi simili a pozzanghere e gli acquirenti delle preziose bottigliette la forbice sembra essersi allargata, in barba alla cosiddetta globalizzazione. Che sia un segno di progresso?

Le foto di bottiglie le ho scattate con il telefonino a Bologna in via Ugo Bassi. Il venditore d'acqua è preso dalla rete e il sommelier è su youtube.




