kilpoldir
Divagazioni su di un tema inesistente
23 maggio 2012
Pensare non è sapere
Pensare non è sapere.
Filosofico oggi?
Non so. E' una frase che ho sentito in un caffè passando vicino ad un tavolo di tresette.
Niente Kierkegaard, Platone o Sarchiapone, allora.
No, chi l'ha pronunciata si rivolgeva ad un compagno di partita che mungeva tutte le carte che aveva in mano prima di giocarne una, finalmente.
Una garbata manifestazione d'impazienza, insomma.
Garbata, dici? Certo rispetto ad un insulto diretto, lo è, ma se ci pensi...
In definitiva gli detto: "Su, gioca!"
Sì, però ha voluto anche dirgli che tutto il tempo che si prendeva non era il prodotto di una superiore capacità di analisi approfondita, ma...
... al contrario, di banale lentezza di comprendonio.
Sì, appunto, gli ha detto guarda che qui nessuno crede che tu stia valutando dodici soluzioni possibili, prima di scegliere l'ottima, come un campione di scacchi
Secondo te gli ha dato del tonto, allora...
... o del lentigrado palloso e indeciso cronico. Ci sono scemi spavaldi che non ci pensano un attimo prima di combinare una corbelleria.
Allora? Dove mi vuoi portare?
Da nessuna parte. Ho sentito questa frase isolata mentre passavo per caso uscendo dal caffè e continua a ronzarmi in testa. Tu cosa ne pensi?
Be' si può costruire un romanzo partendo da uno sternuto, ma tu cosa vuoi sapere, pensando e ripensando ad una battuta da osteria?
Non so; vedi che quel tizio aveva ragione: "Pensare non è sapere".
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