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09 marzo 2008

Tutto quello che mi serve sapere l'ho imparato all'asilo

gio. 28 agosto 2003 Tutto quello che mi serve sapere l'ho imparato all'asilo

Durante la lunga vacanza natalizia del 91 negli USA, ricordo che furoreggiava nelle librerie di Boston e di New York un libricino di Robert Fughum uscito da poco: All I Really Need to Know I Learned in Kindergarten: Uncommon Thoughts on Common Things che è poi stato tradotto in italiano e ha riscosso un certo successo anche da noi (TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L' HO IMPARATO ALL'ASILO). In America ha trovato una diffusione inattesa, al punto da essere incluso nei pacchetti di benvenuto che alcune scuole distribuivano alle famiglie degli scolari. L'autore ne propone un'edizione ampliata a quindici anni dall'uscita e al momento della revisione di questo blogspot (30 ottobre 2004) su Amazon è in vendita a $6.99 nuovo, ma ci sono 1776 copie usate in vendita appena ad un centesimo di dollaro. Un autentico successo popolare, insomma.

La sintesi dell'intero libro era venduta anche come strenna con rilegatura in spesso cartone e in italiano è stato tradotto così:

"La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,
pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare,
ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano
e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono,
la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché,
ma tutti noi siamo così.
I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e
persino il seme nel suo recipiente:
tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE."


Come si vede, niente d'eccezionale, se non fosse che viviamo in momento storico in cui pare si sia un po' smarrito il valore del buon senso, l'utilità delle convenzioni e della buona educazione: anche quella elementare che permette a due persone di passare per una porta stretta, senza che necessariamente uno dei due debba abbattere a cornate l'altro per poi calpestarne le spoglie ancora palpitanti.



Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) gio. 28 agosto 2003 Invia un commento all'autore
"Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)

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