L'autocensura

boa constrictor

Esiste forse il diritto di offesa
Speculare al diritto di difesa?
Il dibattito appare più interessante
Di quanto affermi il benpensante
L'autocensura è una bestia insinuante

 

Ostro

Un gentile vento meridionale
Scaccia la minaccia di temporale
Accarezza la chioma folta del pino
Increspa l'erba lunga del giardino
E apre un varco al sole del mattino

 

Magnetismo naturale

Hedy Lamarrr

Bella come il sole in una bella giornata
Desiderava solo passare inosservata
La sua aria distratta e indifferente
Accresceva l'interesse della gente
E ne polarizzava gli sguardi e la mente

 

L'autolavaggio

Dentro un tunnel di grossi spazzoloni
Mi sono ripulita dalla cacca dei piccioni
Che senza nessuna educazione e pudore
Starnazzano e scagazzano senza timore
Su una vecchia signora di nobili estrazioni

 

Le rondini

Con la loro livrea sobria ed elegante 
Ed il volo imprevedibile e saettante
Le rondini sono comparse inattese
Giunte in volo da un lontano paese
Offrendoci la più gradita delle sorprese

 

L'attentato

Tutti in fila per uno come pinguini reali
Aspettavano l'arrivo dei primi giornali
In un lampo si era saputo dell'attentato
Ma niente sulle modalità dell'agguato
E neppure il nome di chi aveva sparato

 

La gabbietta

Gabbietta da spumante riciclata spiritosamente da Clement Léonard

Chi osa negare che occorse un'arte sopraffina
Per ricavare questa bella seggiolina
Dalla gabbietta di una tappo da spumante
Riscattata da un destino non proprio abbagliante
Con un riciclo originale e interessante

 

Se lo sapevo...

La guerra dei bottoni - "Se lo sapevo non avrei venuto"

Se lo sapevo non avrei venuto
Come dire se lo avessi saputo...
È il grande tema dell'informazione
Per il quale è in guerra ogni nazione
Con ogni mezzo e qualunque azione

 

La lucertolina

 

Una coraggiosa lucertola appena nata
Fin dentro casa si è avventurata
Percorso l'intero lungo pavimento
Non trovando nulla di suo gradimento
Al sole dei giardino se n'è ritornata

Erba Luigia

Verde erba Luigia dal profumo delicato
Che mi rituffi in un antico gradito passato
Quando nel terrazzo della casa di famiglia
Verdeggiavi timida fra portulaca e giunchiglia
Sotto il glicine ombroso come un porticato

 

Le penitenze

Dire fare baciare lettera o testamento
Doveva scegliere senza tentennamento
La penitenza che doveva pagare
Per aver perso lui solo nel giocare
Mentre gli altri stavano a guardare

 

A vela

Molto è lo spasso nel veleggiare
Se il vento costante continua a soffiare
Ma se la calma piatta sopravviene
O la burrasca furiosa interviene
A riva o in porto bisogna riparare

 

Tubo per innaffiare

 

Teletrasporto

In attesa di un futuribile teletrasporto
Che mi fiondi dalla cucina nell'orto
Dove cogliere carote e cipolle
Da buttare nell'acqua che bolle
Il sole tramonta dietro al solito colle

 

On line

Immersa nello schermo del telefonino
Ferma in piedi in mezzo al giardino
Sorda a uccellini colombi e cicale
E perfino all'arrivo di un temporale
In completa concentrazione mentale

 

Il soffione

Con un strumento dal rumore infernale
Stanava ogni minimo residuo vegetale
Dai recessi dove si era astutamente annidato
Dentro i ruvidi cespugli e l'erba del prato
Sperando di sfuggire alla scopa che l'avrebbe cercato

 

La sedia a sdraio

 

In giardino è comparsa una sedia a sdraio
Per lunghi anni negletta in un solaio
Incautamente l'ho voluta provare
Trascurando il caro prezzo da pagare
Quando alla fine mi sono dovuto alzare

La bomboletta

Aveva una bomboletta miracolosa
Che faceva sparire al volo ogni cosa
Trascinato all'altare dalla sua morosa
Con uno spruzzo cancellò prete e sposa
In una mossa molto spettacolare e clamorosa

 

Le connoisseur

 

Con quell'aria da fine intenditore
Annusò il tappo per sentirne l'odore
Appurato che sapeva proprio di vino
Riempì fino all'orlo il bicchiere più vicino
E lo tracannò d'un fiato come un lavandino

La cetriola

Dicono che dagli animali
Non nascono mai vegetali
Invece nella mia scuola
C'era una gran cetriola
Nata da genitori normali

 

Autoritratto

La paladina

Aveva a dispetto ogni minima innovazione 
Perché pretendeva la più rigida ripetizione
Anche il più insignificante miglioramento
Scatenava in lei avversione e sgomento
Era un'autentica paladina dell'evoluzione

Il tavolo bianco

Il tavolo bianco della casa al mare
Avrebbe una lunga storia da raccontare
Ora sotto un portico quasi abbandonato
Può vantare un lungo glorioso passato
Vissuto in un bagno vaporoso e profumato

Indietro tutta

Al suo risveglio di primo mattino
Pensò ad uno scherzo del destino
Quando vide il suo futuro cancellato
E seppe che non ci sarebbe mai stato
Accese la pipa e si tuffò nel passato

Bagliori notturni

Calda era la notte e senza vento
Il cielo senza luna né stelle era spento
Solo inquietanti bagliori da occidente
Da remoto avanzavano incessantemente
A turbare la pace della mente

Il bagnino

Con voce flebile quasi inesistente
Parlava con gli occhi diretto alla mente
Aveva un barbone da guru indiano
Anche se era un comune cristiano
Del suo discorso non ho capito niente