Il cardo gigante

Nell'orto allevava un cardo speciale
Da portare in regalo a Natale
In treno con il cardo in mano
Lo portava all'amico a Milano
Tutti gli anni ma solo a Natale

Metabolismo emozionale

Gli piaceva da matti la coccoina
Da spalmare sul pane la mattina
Il profumo di mandorla amara
Era quello che più lo incantava
Peggio di un secchio di dopamina

Chi l'ha visto?

 

Stanco di dormire fra due guanciali
Inforcò la bici e spinse sui pedali
Voleva sparire senza lasciare traccia
Che dimenticassero anche la sua faccia
Ma diventò famoso in rete e sui giornali

Lo sfondo

 

Ben centrata su uno sfondo artificiale
Interveniva spesso al telegiornale
Questi interventi fatti da remoto
Le sembravano quasi un gioco
Più familiare che professionale

Il portone

Di quel che si dicono lo stipite e la sua porta
Non sono le parole ma è il tono che importa
È ammiccante confidenziale e solidale
Di chi è sintonizzato sullo stesso canale
Di chi ha soffiato sulla stessa torta

L'ora di religione

 

Non era una questione personale
Verso quel prete in particolare
Semplicemente dell'ora di religione
Non riusciva a capire la ragione
Lei andava a scuola per imparare

Il neutrino

 

Un neutrino di alto lignaggio
Partì dal sole per il suo viaggio
Trapassò la luna da parte a parte
Mentre planava su di un'opera d'arte
S'incastrò in un prosaico tacco da scarpe

Giuramento solenne

Giura giura
Puleinta dura
Rosp infiè
A iò bele giurè
Sa vót più d'acsè?

 

Indovinello: si tuffa...

 

Si tuffa nell'aria e vola come un uccello
Ma di certo non è altrettanto bello
Di giorno preferisce stare in pace a riposare
Per uscire di notte a cacciare e mangiare
Non mi sembra tanto difficile da indovinare

Giuramento

 

Intenzione promessa e giuramento
Tre tappe per consolidare un intento
La terza ha una solennità maggiore
Ma delle tre è la prima che ha più valore
Nata e allevata lontano dal clamore

Telecomando universale

 

Con un piccolo telecomando universale
Non solo alzavo il volume e cambiavo canale
Spazzavo i tappeti lavavo i pavimenti
Controllavo tutte le luci e i serramenti
Ma quasi quasi mi lavavo anche i denti

Austerity

 

La prima volta che andai in Inghilterra
C'erano ancora i segni della guerra
Quella che chiamavano austerità
Era una orgogliosa diffusa povertà
Di un impero rimpianto con dignità

Entropia

C'è differenza fra ordine casuale
E il completo disordine totale
Il passaggio alla seconda condizione
Pare che affligga l'intera creazione
Con entropia si definisce questa involuzione

 

Ideale

Sintonizzato sul canale ideale
Di musica barocca strumentale
Ascoltava la voce di un mondo
Armonioso e perfettamente tondo
Una limpida proiezione mentale

Peso morto

 

Quando ti prepari a viaggiare
E devi scegliere cosa portare
Una regola non devi scordare
Che prima o poi dovrai sollevare
Quello che avresti potuto lasciare

Vuoto creativo

 

Non senza un certo stupore
Aveva sentito dal celebre autore
Che la sua opera monumentale
Era nata in un vuoto mentale
In assenza di un pensiero normale

Talento

 

Un sasso alla volta dilapidò il patrimonio
E affondò anche un ricco matrimonio
Senza essersene fatto una ragione
Alla fine si ridusse a fare il barbone
Ma senza talento né determinazione

Fiction

 

Dopo anni di lavoro in cronaca nera
Ne aveva abbastanza di realtà vera
Voleva raccontare una bella storia
Di uomini e donne degni di memoria
Eroi immaginari coperti di gloria

Eunomia

 

Lia di Gustave Dorè

Avevo una cugina che si chiamava Lia
Sua sorella si chiamava Rosalia
Inspiegabilmente la terza sorella
Contro ogni logica era Graziella
Invece del più canonico Entropia

Il banco

Essere un piccolo pesce del banco
O un solitario grande squalo bianco
Essere artefici del proprio destino
O sottomettersi docili al volere divino
A te che carte ha servito il banco

Si cambia

Fosse musica da camera o sinfonica
Nel gran teatro o in una filarmonica
La sua presenza era una certezza
Durante l'intera lunga giovinezza
Poi divenne una costrizione malinconica

Dilettanti

 

Quando sei sceso in fondo alle scale
Chi credevi ci fosse Babbo Natale?
Lo sai perché non ti ha finito?
Perché ti credeva morto stecchito
Era un balordo niente di professionale

Lectio brevis

 

Appena finita l'ultima lezione
Di corsa fuggivo alla stazione
Con i soli vestiti che indossavo
Più che lasciare la città scappavo
Verso la casa e gli amici che più amavo

Col tempo

 

Un'ostinata morbida duna secolare
Rimodellata dal vento di mare
Proteggeva la spiaggia dall'entroterra
Violato dai bunker dell'ultima guerra
Che le tamerici cercavano di sgretolare

Bei tempi

 

Vicino alla stufa di ferro smaltato
C'era una poltrona di cuoio consumato
Dove fumavo un sigaro dopo mangiato
Un sigaro lungo panciuto e profumato
Con una grappa morbida dal colore ambrato

A pióv

 

A pióv a pióv a pióv
La gata la fa i óv
Non c'importava di capire
Che cosa mai volesse dire
Non occorreva approfondire

G8

 

Voleva essere più bravo di Giotto
Si esercitava disegnando un otto
Ormai lo faceva in modo perfetto
In un secondo e senza un difetto
Un otto intero non un solo cerchietto

Uomo d'onore

 

A due pistole e un fucile mitragliatore
Affidava la difesa del suo onore
Ostentava una integrità intransigente
Per ingannare l'opinione della gente
E nascondere la sua natura di delinquente

In regola

 

Con sei crafen cinque bignè e una pastina
Aveva rispettato la regola della dozzina
Per quella mattina non c'era altro da fare
Così prese la bici e se ne andò a lavorare
Stare alle regole va bene ma senza esagerare