Il 15 novembre scorso, in un bel sabato di sole, dopo alcuni giorni di pioggia e di vento, siamo tornati sul Po ferrarese, dopo aver pranzato al "Ponte rosso" di San Giorgio di Piano, una simpatica trattoria bolognese senza fronzoli, dove si mangia bene secondo la tradizione.
Erano trascorsi esattamente cinquantasette anni da quel tragico 15 novembre 1951, quando il Po ruppe gli argini e allagò l'intero Polesine arrivando fino alle porte di Rovigo sulla sponda sinistra e allargandosi nel ferrarese sull'altra sponda.
L'incontrollata estrazione di metano nei precedenti decenni aveva contribuito, con l'abbassamento del suolo e degli argini (ma non del fiume), a moltiplicare gli effetti disastrosi della piena. Al cordoglio nazionale per i morti ed i feriti, nelle prime ore, e alla commovente gara di solidarietà che percorse l'intero paese, seguì, solo più tardi, la consapevolezza dell'entità del disastro: una catastrofe che cambiò per sempre, non solo la vita delle migliaia di sfollati, ma l'intero equilibrio di un territorio vastissimo che non si è mai più ripreso del tutto. La patria delle nebbie si è spopolata per sempre e ha cambiato faccia. Io avevo nove anni allora, ma ricordo bene i bollettini degli inviati della RAI che si susseguivano ora dopo ora, nel difficile compito di descrivere la vastità dell'esondazione. Allora abitavamo a Roma; capannelli di persone si formavano per strada intorno ai pochi luoghi dove una radio accesa trasmetteva ai passanti in strada i bollettini. La televisione non c'era e neppure le radioline a transistor, che si diffusero solo alla fine del decennio, ma l'evento era così drammatico che tutti cercavano di seguirlo minuto per minuto, con gli scarsi mezzi d'informazione disponibili.
Gorgo di Occhiobello sul Po
Oggi, a più di mezzo secolo di distanza, in una bella giornata di "normale" piena novembrina, i gorghi che si formarono allora non sono altro che piacevoli specchi d'acqua limpida che rendono impraticabili i parchi commemorativi che ricordano l'alluvione del '51. Il gorgo di Occhiobello, vicino a Ferrara, ma sulla sponda veneta, è l'oggetto della presentazione che propongo ai lettori che desiderino guardarla. Clicca qui o sulla mia foto qui sopra per vederla. La musica che accompagna lo scorrere delle immagini è "Suzanne" di Leonard Cohen.