Nel bel museo d'arte medievale di Bologna è in corso una piccola mostra preziosa di antichi dipinti, ceramiche e libri coreani.
Da tempo soffro di qualche insofferenza per le mostre acclamate che attraggono il pubblico dei mostraioli a tempo pieno che, a quanto pare, le frequentano tutte, come fosse un obbligo morale non perdersene una. Così asseriscono studi recenti sul pubblico dei frequentatori di mostre: sono sempre gli stessi, pare.
In altre parole, il crescente numero di mostre che si organizzano nelle nostre città non ha prodotto un significativo e progressivo allargamento della base dei frequentatori, come speravano gli organizzatori, al punto che il rischio di un flop è molto maggiore oggi di quanto accadesse qualche anno fa, quando le mostre erano molte meno.
Dodici bar nella stessa strada non fanno fortuna, dice il saggio, se i bevitori di caffè sono sempre gli stessi quattro gatti del circondario, anche se sono disposti ad innervorsirsi trangugiando una dozzina di caffè al giorno.
Detto questo, la mostra "Antichi tesori dalla Corea" che resta aperta fino al 24 Maggio 2009 in due salette all'interno del museo medievale vale la pena di una visita, a parer mio. Ci sono preziosi dipinti su seta di alti dignitari coreani del passato, elganti ceramiche e incredibili libri composti con eleganti caratteri mobili metallici, stampati sette secoli prima che Gutenberg componesse a Magonza la sua "Bibbia a 42 linee".
Dagli splendidi ritatti e dalle poche ceramiche traspare un'amore per la profondità e una cura per la perfezione che commuove, anche perché risulta impossibile non paragonarla alla superficialità frettolosa di tanta arte nostrana contemporanea. Molto interessante anche il nastro sull'artigianato coreano contemporaneo, proiettato su di un normale televisore in una terza saletta con una dozzina di sedie che la modestissima presenza di pubblico (anche a Pasqua e pasquetta) rende fruibile confortevolmente.
Spassoso, infine, il piccolo laboratorio aperto gratuitamente al pubblico, dov'è possibile fabbricarsi con le prorie mani una xilografia su carta di riso, scegliendo fra alcune matrici antiche e pennelli, inchiostri, tamponi e grembiuli moderni, incoraggiati da uno dei simpatici e cortesi volontari che custudiscono l'intera mostra.
Il cortile interno su cui si affaccia la mostra è ornato di bellissime viole del pensiero dai colori vellutati.
Bravi!
Peccato soltanto che il nastro sull'artigianato non sia in vendita e la mostra non sia documentata in rete se non con una scarna paginetta. Per questa ragione, ieri sono tornato a documentare per conto mio il tutto (seppure condizionato dal divieto di usare il flash) e lo rendo disponibile attraverso Youtube a chiunque lo gradisca. Clicca qui sotto per vedere direttamente il filmato sulla mostra, anche a pieno schermo.
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) mar 14 aprile 2009 Invia un commento all'autore
"Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
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