Ho già parlato di quella simpatica esperienza in un mio precedente blog e non voglio ripetermi. Se vuoi, puoi leggerlo qua.
La giornata era bella e i pochi tavoli all’aperto si sono presto riempiti di gitanti che avevano raggiunto l’isola pedonale salendo a piedi in abiti primaverili o mascherati da ciclisti della domenica su costose biciclette da montagna.
Dopopranzo, visitate le toilettes pretenziose del bar “L’eglise” (sic) in stile giovanilistico-barocco, siamo entrati anche nella chiesa pseudo-gotica di fine ottocento, caratterizzata da enormi colonne, del tutto sproporzionate al compito di sorreggere gli archi acuti delle tre navate, di normali proporzioni paesane.
La giornata era bella e i pochi tavoli all’aperto si sono presto riempiti di gitanti che avevano raggiunto l’isola pedonale salendo a piedi in abiti primaverili o mascherati da ciclisti della domenica su costose biciclette da montagna.
Dopopranzo, visitate le toilettes pretenziose del bar “L’eglise” (sic) in stile giovanilistico-barocco, siamo entrati anche nella chiesa pseudo-gotica di fine ottocento, caratterizzata da enormi colonne, del tutto sproporzionate al compito di sorreggere gli archi acuti delle tre navate, di normali proporzioni paesane.
Tuttavia, la cosa più notevole dell’interno non sono le colonne gigantesche, ma il manifesto affisso bene in vista vicino al portone centrale che aiuta il visitatore a calarsi nell’autentica atmosfera del luogo.