- Lo sapevi che i giudici sono matti?
- Si capisce, lo sanno tutti, anche i romani che hanno inventato il proverbio dura lex sed lex che trovi ancora nei tappi del chinotto li sceglievano “insani” come ha detto il capo che dice sempre quello che pensa e ne sa una più del diavolo.
- “Mens insana in corpore vili”, è così che la pensa?
- Più o meno.
- Ma guarda... Sai che io non sapevo che fossero tocchi, fino a quando non l'ha detto lui oggi. E come si spiega?
- Semplice, è la mossa migliore per movimentare la situazione. Da quando hanno scritto le leggi, i verdetti sarebbero stati sempre prevedibili, invece così c'è ancora l'emozione dei vecchi tempi, quando le leggi se le inventavano al momento.
- Giusto, è come una lotteria: i processi sono più emozionanti.
- Infatti, poi è una garanzia per tutti. Pensaci bene. Anche un colpevole preso con le mani nel sacco può sempre sperare fino all'ultimo che un giudice matto gliela passi liscia.
- Giusto, non siamo mica dei cannibali, la speranza non la si deve negare a nessuno. Poi come si farebbe con i tre gradi di giudizio, risulterebbero sempre uniformi, andrebbe a finire che nessuno ricorrerebbe al grado successivo, capisci?
- Ma certo, e gli avvocati tutti a spasso… una catastrofe.
- L'hai detto; sarebbe l'inizio della fine. S'incepperebbe tutta la macchina.
- Ma allora quando il capo dice che sono matti, geneticamente diversi ecc. non lo dice per offendere.
- Ma scherzerai, nessuno più di lui sa quello che ci vuole per far marciare bene i suoi affari e di conseguenza quelli di tutti noi, e nessuno più di lui sa cosa dire e fare.
- Allora voleva fare una specie di complimento.
- Certo, ma non si può mica pretendere che lo capiscano tutti subito.
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) ven. 05 settembre 2003 Invia un commento all'autore
"Hac re videre nostra mala non possumus; // alii simul delinquunt, censores sumus." (*)
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